Vai al contenuto

Luigi Colani

Luigi Colani

Luigi Colani nasce a Berlino nel 1928.

“Non siamo mai stati in grado di essere migliori della natura”. (2011)

Definito nel 2008 da Architectural Digest “il designer più influente del XX secolo” e “Leonardo del plastico”, l’icona del design Luigi Colani si è fatto conoscere in tutto il mondo per la sua risoluta dedizione verso le forme organiche, le linee estreme e fluide e il linguaggio visivo aerodinamico.

Colani è nato a Berlino nel 1928. Sua madre era attiva nel vivace mondo teatrale della Berlino degli anni Venti, mentre suo padre era uno scenografo teatrale e cinematografico che lavorò al capolavoro di Fritz Lang, Metropolis. Le professioni dei genitori hanno alimentato l’immaginazione e la manualità di Luigi fin dalla tenera età tanto che durante l’infanzia uno dei principali canali di espressione creativa era la costruzione dei suoi stessi giocattoli.

Dopo il ‘45 Colani frequentò corsi di scultura e pittura alla Hochschule für Bildende Künste di Berlino, prima di trasferirsi a Parigi per studiare aerodinamica alla Sorbona. Il suo fascino per i trasporti e l’uso innovativo dei materiali hanno indirizzato verso i suoi primi successi nella progettazione di auto e imbarcazioni a vela, che lo hanno portato inizialmente negli Stati Uniti. Nel corso della sua vita, le commissioni e gli impegni accademici lo portarono a risiedere in Germania, Russia, Giappone, Cina, Svizzera e Italia.

A partire dalla fine degli anni Cinquanta, Colani ha collaborato con molti marchi automobilistici rinomati come Fiat, Alfa Romeo, Volkswagen e BMW. A partire dagli anni Settanta, Colani ha ampliato la sua visione artistica al di là dei veicoli, includendo mobili, elettrodomestici, macchine fotografiche e televisori, oltre a camion, treni, aerei e astronavi. Una delle applicazioni più durature del suo design, le pale delle turbine aeronautiche progettate da Colani, sono ancora oggi utilizzate nella maggior parte degli aerei passeggeri.

Qualunque sia la disciplina, la formula 90/10 di Colani è sempre stata al centro del suo approccio lavorativo e costituisce la parte più significativa della sua eredità: 90% ispirazione dalla natura + 10% trasformazione Colani = BioDesign. Oltre a evidenziare la natura come fonte inesauribile di ispirazione per l’innovazione umana, 90/10 sottolinea anche la dipendenza dell’umanità da un ambiente naturale prospero.

Il linguaggio progettuale lungimirante di Luigi Colani testimonia che egli era in anticipo sui tempi. Il fulcro del lavoro di una vita è stata la ricerca del ripristino dell’armonia tra uomo, tecnologia e natura. Le sue scelte estetiche sono sempre state radicate in una profonda preoccupazione per l’ambiente. L’efficienza energetica era già al centro del lavoro creativo di Colani nel settore della mobilità negli anni Cinquanta. Per molti decenni è rimasto una voce rara nel design, esigendo e implementando metodi di produzione più sostenibili.

La ricerca artistica di Colani ha lasciato un segno indelebile nel mondo del design. Le sue creazioni non sono solo affascinanti alla vista, ma hanno innescato discussioni e nuove considerazioni sull’intersezione tra tecnologia, estetica e sostenibilità ambientale. Sfidando le norme convenzionali e sostenendo le forme organiche, Colani ha ispirato una nuova generazione di designer a rispettare il genio della natura, a considerare le implicazioni ecologiche del proprio lavoro e a cercare soluzioni che entrino in sintonia con l’ambiente naturale. Durante la sua permanenza a Venezia, Colani sviluppò l’idea di realizzare l’immersivo BioDesign Museum nella laguna, al fine di creare un centro di divulgazione di questi valori ai designer e al contempo al resto della società civile.

Non stancandosi mai di sottolineare il suo debito nei confronti della natura, l’eredità di Colani ci aiuta a riconoscere l’umanità come parte integrante della biodiversità, anziché considerarla un’entità separata. Inoltre, mentre navighiamo nelle complessità del XXI secolo, l’eredità di Colani serve a ricordarci che la bellezza e la funzionalità dei prodotti umani non devono andare a scapito dell’integrità ecologica e rappresenta un’ispirazione fondamentale per plasmare un futuro eco-etico collettivo.